Come il cibo si è mangiato la città
“Lauren, voglio fare come George Clooney: sposarci a Venezia.”
“Quando ti ho conosciuto io, cinque anni fa, eri tutto occhialini da sfigato e scrivania, pure quella da NERD. Ora che ti ho fatto diventare muscoloso e abbronzato, così trendy da diventare un influencer pro-Trump, ti senti subito come il bel George. Ma non possiamo sposarci a Montecarlo in mezzi a quelli ricchi (quasi) come noi?”
“Ma no compriamoci Venezia, voglio il mio yacht Koru in mezzo alle gondole, poi il Sindaco, Brugnasso, Brugno qualcosa del genere…ah no, ecco Brignano, il Sindaco Brignano mi ha già fatto il prezzo, 120 milioni per tre giorni e due notti, compresa la Scuola Grande della Misericordia che tanto è sua.”
Il campanile veneziano con lo striscione anti-Bezos, simbolo della satira cittadina durante il matrimonio più discusso del 2025.
“Ma allora, se proprio vuoi fare il grosso, sposiamoci nello Spazio, Jeff! Pensi che mi siano bastati gli undici minuti ad aprile con Katy?”
Secondo gli insider più in vista, è stato questo dialogo tra Lauren Sanchez e Jeff Bezos, nel tinello di casa loro, a scaturire la scelta finale di Venezia come location per il loro matrimonio tra il 26 e il 28 giugno 2025. Ed è vero quel che disse la futura Miss Amazon: vincemmo una serrata competizione, quella di tutte le città che il panfilo infinito dei futuri sposi aveva toccato nel tour della primavera precedente. Costa Azzurra, Baleari, Grecia, costa spagnola…tsè, vuoi mettere con l’ambientazione unica italiana?
In realtà sembra che la bella Lauren fosse rimasta stregata da Portofino e dalla sua vicinanza alla Costa Azzurra, giusto per trovare un compromesso. Poi la coppietta di futuri sposi aveva scoperto che era già stata scelta un anno prima da un cafone indiano che ha aveva sparato musica per tutta la notte fino a svegliare e infastidire tutti gli abitanti locali (si fa riferimento alla festa per il matrimonio tra Anant Ambani e Radhika Merchant, figli di due dinastie miliardarie indiane). Ma i nostri 200 invitati saranno certo più sobri. Tra uno champagne e l’altro non voglio balli di gruppo e neanche il trenino che parta sulle note di Maracaibo, anche se ho saputo che in Italia sembra sia obbligatorio ai matrimoni.”
“Va bene dai Jeff, mi hai convinto, andiamo il prossimo anno in Costa Azzurra e dintorni, magari in barca e vela. Sai che ti dico? Che Venezia sia!”
Curioso ripensare a questo scambio di battute col senno del poi del 28 giugno 2035: una data storica perché proprio oggi, a dieci anni esatti di distanza, i veneziani hanno eletto il primo Sindaco straniero della loro storia, che ha ottenuto il via libera alla candidatura della sua lista “VenezON” grazie proprio a quel rito civile celebrato alla Scuola Grande della Misericordia.
Pensate a come sarebbe cambiata la storia se Lauren si fosse impuntata, se avesse prevalso la sua voglia di baloccarsi tra Mentone e Antibes e di sfondarsi di pesce crudo al Cafè de Turin di Nizza.
E chissà cosa pensò Luigi Brugnaro, il Sindaco dell’ anno domini 2025 che accolse Bezos a braccia aperte. Se avesse saputo che sarebbe stato proprio Bezos a rubargli il posto con la sua lista “VenezON” (una crasi neanche troppo riuscita tra il nome della città e la sua principale azienda) avrebbe sponsorizzato l’evento in egual maniera?
Ma Jeff se la sentiva, chissà se aveva già tutto in testa? Probabilmente no, ma in fin dei conti, se lo chiamano “il visionario” ci sarà pur un motivo.
Gli avevano raccontato solo cose belle di Venezia, poi l’ italian sounding in quel periodo non valeva solo per il food, ma per qualsiasi fenomeno pubblico in cui si volesse scimmiottare gli stereotipi del Belpaese, tutti concentrati in un’ unica location: uno sdraio con tenda a righe stile Capri da una parte, un abbinamento di dubbio gusto tra pizza e spritz dall’altra, mentre un uomo coi baffi suona il mandolino ad accompagnare balli country (ma non eravamo in Italia?), mangiando cicchetti che gli ospiti chiamano puntualmente tapas.
Appena si diffuse la notizia, come se il fenomeno avesse davvero bisogno di nuova linfa, i wedding planner italiani e internazionali cominciarono a proporre sempre più Venezia come luogo ideale romantico per il giorno più felice della propria vita perché, per citare uno di loro, qui vi sono “i giri in gondola e gli spritz con vista”. “Dopotutto gli italiani la sanno lunga” è la chiosa del miglior organizzatore di matrimoni del momento, che propone ai propri sposi di suggellare il loro SI scambiandosi lo spritz, SELECT per lei, APEROL per lui. So che non ci crederete, ma gli americani stanno ancora impazzendo per questo, e l’azienda locale ha prodotto bicchieri in Murano con anello annesso, per semplificare il rito e dargli l’ultimo tocco di solennità.
In realtà fu facile convincere Lauren, a colpi di storie su quanto siano servizievoli i veneziani con i turisti, con un occhio di riguardo crescente al crescere del loro reddito: leggenda narra, nei pressi della Giudecca, che qualche anno prima qui siano stati ospitati dei Reali di Spagna o giù di lì, forse dei lontani parenti che sono stati in qualche modo Re e Regina di qualcosa. Il Comune li ospitò in una Villa principesca, la Regina al mattino si affacciò dal balcone e vide una semplice chiglia. La sera si era trasformata in una barca già montata e attrezzata. Pronta per navigare, solo per loro.
Più fondato e sì reale in ogni suo significato, fu l’arrivo di Re Carlo in compagnia di Camilla che in visita ufficiale non disdegnò di improvvisarsi cameriere distribuendo pasticcini tipici veneziani a tutti i presenti all’evento del pomeriggio. Ah che mattacchioni servi del popolo questi Reali! E, chissà se ispirati da queste storie, regale fu per Jeff e Lauren la scelta della società organizzatrice del matrimonio: la corsa tra i wedding planner più o meno storici o a la page non è valsa a nulla rispetto alla “Principe&Conti Associati”, che hanno sfruttato le loro storiche entrature per mettere a disposizione degli ospiti i luoghi più inaccessibili della Laguna. Il logo ufficiale della lista VenezON, nata dal matrimonio più influente della storia recente della Laguna.
“Sì, va bene conti e contesse, ma siamo venuti in Italia per mangiare, Lauren. Cosa ci hanno apparecchiato?”
“Jeff, mi vorrai mica diventare flaccido e gordo proprio ora che ti sposo?”
“Ma no dai, però una manciata di cuochi stellati non vogliamo prenderceli? Siamo in Italia, sono venuto qui apposta ché gli unici chef nel nostro Paese tirano piatti in TV o spacciano lo smash burger per un piatto gourmet. Voglio vedere le Stelle (Michelin), tante quante se ne vedono dalla mia navicella spaziale.”
“Tu stai proprio in fissa Bez’, finisce che hanno ragione quelli di NO SPACE FOR BEZOS.”
“Ma che ci hanno quelli, non hanno fatto il Prime e ce l’hanno con me? Ho un’ idea: offriamo l’abbonamento per un anno a tutti i cittadini veneziani, sai come ci accoglierebbero meglio?” “Smettila, io sono una giornalista, che figura ci farei a trattare i cittadini come spettatori, stavolta non paganti ma pagati? Comunque, dovrei aver preso le punte di diamante: dovrebbe venire Alessandro Borghese, ma gli ho fatto promettere che non tirerà fuori il taccuino per dare voti al servizio e al conto.
Ho fatto contattare anche Bottura, mi ispirava il suo “Food for Soul” per la sostenibilità e il rifiuto dello spreco. Non è anche lo spirito delle nostre aziende in fondo? Però sappi che non gli basterà la soul per pagare il suo food, ha preteso un assegno con parecchi zeri.”
“E vabbuò (Bezos ha cominciato a parlare con intercalare dialettali italiani) allora risparmiamo e non regaliamo Prime a nessuno, sti pezzenti.”
Chissà, forse Bottura serviva per ruffianarsi gli invitati liberal prog americani come Lady Gaga, che per un giorno (anzi, tre) ha dovuto mettere da parte il suo impegno per il women empowerment e i diritti LGBTQ+. Oppure come il Leo DiCaprio che, sebbene sempre pronto a discorsi resistenti dai palchi di qualche Oscar o premio cinematografico, non ha resistito alla tentazione di prendere un volo da Hollywood per sfoggiare la nuova fidanzata e portare i propri omaggi al magnate pro-Trump.
Ah, a proposito di Trump, purtroppo non potè essere presente Donaldone, alle prese con guerre scatenate qua e là (ma non doveva essere il Presidente pacifista?), ma si assicurò la presenza di qualche suo parente. Certo, tutti sperarono che non fosse proprio il figlio Donald Jr., dato che pochi mesi prima aveva dato la caccia a specie protette di anatre nella Laguna di Venezia. Insomma, il gotha yankee era tutto a Venezia in quel fine giugno del 2025, erano presenti anche una manciata di Kardashan che a un matrimonio VIP ci stanno sempre bene, appunto come il trenino sulle note di Maracaibo di cui sopra. Tutto previsto e organizzato al meglio (“‘nvedi, con l’assegno che gli ho sganciato!” ha chiosato un Bezos sempre più nei panni dell’ italianità) tranne gli invitati-non-invitati: il comitato di protesta NO SPACE FOR BEZOS.
La loro strategia fu pensata al minimo dettaglio, anche loro forti di qualche entratura importante tra gli organizzatori del matrimonio. No, non così alta da finire al tavolo con Di Caprio ma, in fin dei conti, Venezia è un insieme di corsi d’acqua, perché non arrivarci a nuoto?
E qui il genio, all’improvviso: lo sappiamo, il genio è fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione. Il 28 giugno, durante la cerimonia di festa alla Scuola della Misericordia, arrivarono centinaia di veneziani nel Canale più vicino, a improvvisare un bagno di Ferragosto anticipato, comprensivo di tutto il necessaire: barche, papere, cigni e unicorni gonfiabili. Mal gliene incolse a chi si presentò con tanto di paperelle e anatre gonfiabili, che provocò gli istinti venatori di un invitato in particolare…
MR. TRUMP NO SPARARE! NO SHOOT…va in mona de to mare!
Dovette urlare un uomo della sicurezza per fargli capire che le paperelle e le anatre non erano vere e che no, neanche ai dissidenti si può sparare liberamente, almeno per ora, e almeno in Italia.
La manifestazione proseguì col suo spirito goliardico e assolutamente non violento, e forse proprio per questa sua modalità scaturì un importante dibattito in città, dibattito che prosegue ancora oggi a dieci anni di distanza, purtroppo con i suoi effetti minori sulla realtà sempre più turistificata della Laguna trasformata in un luna park 365 giorni all’anno.
Per sapere come é andato davvero quel matrimonio, se siete incuriositi per i dettagli che non ricordate o forse non avete mai conosciuto, vi basta urlare a ChatGpt di portarvi indietro di 10 anni a “Venezia, 28 giugno 2025, Chiesa di San Gregorio” e proiettarvi il tutto sul vostro salotto di casa: vi ritroverete seduti di fianco a Kim Kardashan, potrete apprezzare tutti i 126 cambi d’abito che ha effettuato la sposa, e visitare l’interno del mastodontico yacht Koru di Mr. Bezos.
Ma forse questa è, oggi come allora, la parte meno interessante di tutta la storia.